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11 settembre 2001. Una data indimenticabile per molti di noi che apparteniamo ad una cultura occidentale fondata sui valori della tolleranza, del rispetto, della libertà e della democrazia.
È un po’ come il festival di Sanremo, dove la canzone che vince raramente arriva al successo, perché la giuria non è mai rappresentativa della platea dei fruitori della musica.
Questa frase mi riecheggia nella mente… a volte, una frase sentita per caso ti resta conficcata nel cervello come un chiodo in una tavola dura. Forse ritorna.
Ieri ho saputo di questa terribile disgrazia che ha colpito una famiglia di Rende, di questo uomo che si è tolto la vita e lo ha fatto nel modo che, al tempo degli uomini d’onore, era considerato onorevole.
Lo ha fatto senza clamore, da uomo di poche parole, con la determinazione di chi non ci ripensa, volendo compiere un gesto irreversibile.
È stata per me l’occasione di rivivere un analogo dramma accaduto tanti anni fa, quando una persona a me cara ha compiuto lo stesso gesto.
A cura di Giuseppe Giraldi
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