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A cura di Giuseppe Giraldi

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REGIONE CALABRIA, PALAZZO CAMPANELLA: LE ASSOCIAZIONI DI RENDE SENTITE SULLA CITTÀ UNICA COSENZA - RENDE - CASTROLIBERO

Posted On Lunedì, 24 Luglio 2023 17:27

Sono proseguite le audizioni della Commissione Consiliare - Affari Istituzionali e Normativa Elettorale  del Consiglio Regionale della Calabria sul tema della città unica Cosenza, Rende e Castrolibero. Sono state audite le Associazioni rendesi che in queste ultime settimane hanno tenuto il punto sulla questione, stimolando un dibattito che sta facendo prendere coscienza a tutti i cittadini di come purtroppo, con piglio militaresco ed a marce forzate, i promotori della legge regionale vorrebbero portare a termine la pseudo fusione/annessione senza ulteriori ripensamenti. A nome delle Associazioni Rende per Rende, Missione Rende, La Primavera di Rende, Rende l’Idea, RendeSì, Pierpaolo Iantorno ha illustrato e consegnato  ai commissari, il documento che di seguito riportiamo. 

Quello della città unica è il tema politico più importante a livello di area urbana cosentina e va affrontato con serietà, competenza e lungimiranza, comprensione, partecipazione e condivisione, per dare un senso all’ipotesi e alla sua stessa fattibilità. Non è questione sulla quale, anche se c’è qualche dubbio, “poi si decide in corso d’opera”.

Lo affermiamo sulla base della convinzione oggettiva che questa ipotesi non è realizzabile mediante disposizione di legge e proposta referendaria, sui quali permangono dubbi di legittimità costituzionale, perché altro non fa che alimentare divisioni e potenziali contenziosi di cui non abbiamo bisogno in generale e nel contesto attuale in particolare. Si finirebbe poi per chiamare i cittadini dei comuni interessati all’espressione di un voto del tutto inconsapevole.

Non ci convince la mera prospettiva di rilancio e ripresa di centralità per nuovi finanziamenti e nuove opportunità che onestamente non conosciamo come cittadini prima che da operatori politici locali.

Ragioniamo pure sullo strumento di gestione della vasta area urbana Cosenza, Rende, Montalto Uffugo e Castrolibero con il coinvolgimento naturale e diretto dell'UniCal, ma ribadiamo l’importanza e l’urgenza di offrire ai cittadini dei comuni interessati una proposta concreta per l'integrazione migliorativa di tutti i pubblici servizi, a cominciare da territorio e urbanistica, ambiente e ciclo dei rifiuti, acqua e depurazione, mobilità e trasporti, tributi, istruzione, cultura, sociale, sport e così via.

Riteniamo, in ogni caso, che l’annullamento dei municipi non sia la soluzione giusta per dare seriamente risposta alle vecchie e nuove esigenze dei territori e, su dati empirici, ripetiamo che la sola idea di città unica non possa e non debba essere concepita in laboratorio e poi partorita da una proposta di legge regionale su ipotesi referendaria che i cittadini non sarebbero in grado di comprendere e valutare in assenza di un vero e proprio progetto.

La città unica non è la panacea per tutti i mali che affliggono le amministrazioni locali né rappresenta di per sé volano di sviluppo del territorio. Non è che d’incanto, con la semplice fusione amministrativa di più comuni, il territorio fiorisce e le comunità raccolgono i frutti.

La proposta di legge presentata e lo strumento referendario proposto non possono essere licenziati come una qualsiasi pratica burocratica senza aver prima maturato e condiviso una volontà politica maggioritaria su base locale, fondata su un progetto di fattibilità, procedibilità e sostenibilità in grado di migliorare le condizioni di vita della collettività amministrata al fine di sprigionare risorse stabili e creare nuove opportunità di sviluppo e benessere diffusi: in estrema sintesi, senza averne verificato l’utilità per la cittadinanza tutta.

In questo senso, le audizioni non possono sostituire i processi di maturazione e condivisione di un percorso ancor più complesso e complicato per le situazioni contingenti.

La città unica peraltro esiste già per i cittadini di Cosenza, Rende e Castrolibero, solo la politica non si è volutamente accorta e seriamente interessata di questa unione naturale e di fatto e ne è prova la carenza di infrastrutture e servizi condivisi, unici ed efficienti.

Pochi e mal riusciti i tentativi concreti di realizzare le condizioni di base per un obiettivo più grande. Si pensi, ad esempio, al raccordo stradale tra i due grandi viali Mancini e Principe, al consorzio per la gestione dei rifiuti, alla società per la gestione dell'acqua, al trasporto pubblico locale in ambito di area urbana, alla valorizzazione delle aree industriali, alla costruzione del nuovo ospedale HUB, ai vari protocolli d’intesa con l'UniCal senza riconoscimento di ruolo.

Le provvidenze e gli incentivi finanziari, a cui fanno riferimento, in modo del tutto vago e generico, i promotori ed i sostenitori di questa iniziativa legislativa, sono di per sé insufficienti a giustificare la stessa, ancorché limitati nel tempo e subordinati alla realizzazione del progetto di fusione e alla disponibilità dei bilanci annuali dello Stato.

Oggi tali premesse non ci sono affatto e pure le situazioni politiche e amministrative di Cosenza e Rende sono particolarmente difficili sotto tutti i punti di vista, basta pensare alle vicende finanziarie dell’una ed a quelle giudiziarie dell’altra.

Noi, come associazioni locali, abbiamo già avviato la discussione in un interessante convegno, nello scorso mese di dicembre, durante il quale autorevoli professionisti e accademici hanno spiegato, dal punto di vista normativo e tecnico, la questione città unica, fornendo utili indicazioni per le valutazioni più propriamente politiche e amministrative.

I cittadini chiedono, com’è nel loro diritto, condizioni di vita migliori, servizi efficienti e ben organizzati, che per essere adeguatamente offerti e fruiti non necessitano di annullare i municipi, cancellare le storie, le identità e le tradizioni, mortificare i territori: com’è evidente, ben altro che una semplice questione di campanile. Per rispondere alle esigenze delle popolazioni basterebbero validi amministratori capaci di affrontare e gestire, in sinergia tra comuni contermini, le criticità che i cittadini vivono sulla loro pelle.

Siamo il Paese dei municipi, che sono storia, cultura, tradizione e ricchezza nazionali, come ha più volte ribadito, anche di recentissima, il Presidente Mattarella: i municipi sono le entità amministrative più prossime ai cittadini ed ai loro bisogni, esperienza della pandemia da Covid-19 docet.

Le recenti esperienze, a noi vicine, hanno certificato il totale fallimento delle unioni per fusione tra comuni. Le unioni, forse, assumono significato e valore e producono utilità per i piccoli comuni, di certo non per grandi realtà come Cosenza e Rende.

I vantaggi economici e finanziari, tanto pubblicizzati dai promotori e dai sostenitori di questa iniziativa di fusione, sono determinati nel tempo e subordinati nei modi.

La vasta area urbana che dal Savuto scende lungo la valle del Crati e si espande verso nord comprende altri comuni, in particolare Montalto Uffugo già in naturale continuità con Rende, non può prescindere da un immediato e diretto coinvolgimento dello stesso comune in un progetto più ampio e ambizioso rispetto all’idea di città unica per fusione.

Tutto ciò premesso e considerato, noi siamo contrari a questa iniziativa sia nel merito che nel metodo e non siamo disposti ad accettare imposizioni.

E in questa visione l’UniCal non può non essere attivamente presente per trasformare una minaccia in una grande opportunità.

Ribadiamo che, sulla base di dati oggettivi ad oggi mancanti, non si può esprimere alcuna valutazione, favorevole o contraria che sia, sull’utilità e nemmeno sull’opportunità di un’ipotesi di fusione per incorporazione di Cosenza, Rende e Castrolibero. Questo a dispetto del fatto che tale proposito sia già in avanzata fase di legiferazione regionale.

Allora è proprio il caso di ripeterci alcune domande. Quale programma elettorale di centro-destra e/o di centro-sinistra contemplava una cosa del genere? Quale sono le utilità o anche solo le opportunità per le comunità amministrate? Quali sono i vantaggi cui fanno riferimento i promotori ed i sostenitori dell’ipotesi di fusione? Quale convenienza per la cittadinanza? Con quale metodo democratico si intende coinvolgere i consigli comunali e soprattutto i cittadini?

Crediamo che, per la definizione di un quadro istituzionale normativamente corretto, razionale e democratico, sia indispensabile prevedere una legislazione speciale da parte della Regione Calabria che tenga conto dell’esigenza dei seguenti punti: 

1)       esecuzione dello studio di fattibilità, procedibilità e sostenibilità;

2)       se lo studio di cui al punto precedente sarà positivo, elaborazione del progetto di fusione;

3)       valutazione dell'utilità per le comunità amministrate in base a dati oggettivi e trasparenti;

4)       consultazione obbligatoria della volontà popolare con apposito referendum preventivo e vincolante in funzione dell’esito per singolo comune; 

5)       deliberazione ante e post referendum dei Consigli Comunali interessati alla fusione; 

6)       effettuazione puntuale di tutti gli adempimenti previsti dalla vigente normativa.

Questo percorso, oltre a garantire conformità ai dettami costituzionali e alle disposizioni del T.U.E.L., consentirebbe il conseguimento di un duplice obiettivo, da un lato dimostrare la validità dell’iniziativa in termini di utilità per le comunità interessate, dall’altro rendere consapevoli i cittadini nella valutazione dell’ipotesi stessa di fusione e nell’esercizio del voto referendario a tutela dell’interesse e della partecipazione, come reale manifestazione dal basso e della volontà popolare.

Registriamo, poi, che nelle ultime settimane si sono intensificate e moltiplicate le attività promozionali in direzione favorevole alla fusione per incorporazione - di annessione stiamo parlando ed è bene essere chiari anche su questo concetto -, mantenendo alto il livello di vaghezza nell’affrontare l’argomento, che dal 27 giugno scorso non è più il principale per noi rendesi. Come ben noto, il nostro comune è stato sciolto per infiltrazione mafiosa, la rappresentanza politica è stata azzerata e l’amministrazione affidata al commissariamento straordinario ai sensi di legge per diciotto mesi almeno.

Sottolineiamo, però, che nessuno, allo stato attuale delle cose ci risulta abbia soddisfatto alcune semplici ma dirimenti questioni per convincerci della validità di una così importante decisione che caratterizzerà la vita pubblica di una collettività di oltre centodiecimila persone.

E’ ovvio il perché: non esiste infatti alcuno studio in grado di dimostrare l’utilità per la cittadinanza, la fattibilità e la sostenibilità di siffatta ipotesi sul piano tecnico e finanziario; di conseguenza non può essere elaborato un progetto per la realizzazione della stessa; non ci si può limitare ad annunciare in modo del tutto generico opportunità, vantaggi, provvidenze, benefici, economie di scala, risparmi e investimenti; rimane ad oggi incerto il percorso istituzionale per garantire il rispetto dei dettami costituzionali e dei principi democratici in termini di espressione della volontà popolare e così manifestazione dal basso.

Sottolineiamo, ancora, che tutti rimandano al dopo qualsiasi risposta.

Così non va bene anche perché le comunità amministrate dovrebbero essere partecipi, consapevoli e protagoniste del processo di unificazione tendente solo ed esclusivamente al miglioramento delle proprie condizioni di vita.

A questo quadro politicamente non nuovo né edificante, dobbiamo necessariamente considerare le situazioni di contesto, ed in particolare Rende sciolta per mafia (nulla poi è dato sapere sulla chiusura della procedura di riequilibrio) e Cosenza finanziariamente fallita: sono questioni serissime queste ultime due che necessitano di essere affrontate e risolte prima di ogni altra iniziativa.

Sottolineiamo, infine, che nessuno può permettersi oggi di imporre una fusione a freddo ed al buio in un’area urbana che ha al contrario bisogno vitale di unità di intenti e tanta luce, mentre con l'ostinazione l'unica certezza è di generare un mostro amministrativo difficilmente governabile e rimediabile.

Rende (CS) e Reggio Calabria, 24 luglio 2023.

Rende per Rende, Missione Rende, La Primavera di Rende, Rende l’Idea, RendeSì

Questo il testo, ricco di molteplici spunti di riflessione che ci si augura  i membri della commissione consiliare regionale vogliano cogliere, e dal quale emerge con chiarezza che, purtroppo, la proposta di legge per la fusione è assolutamente priva di ogni minimo tentativo di delineare e prefigurare quali debbano essere nel futuro le peculiarità della città unificata, quali i punti di forza, quali le criticità che verrebbero sanate, quale il disegno urbano complessivo da perseguire. 

È entrato nel linguaggio corrente della politica il vezzo di invocare ad ogni occasione “l’esigenza di visione”. Di grazia, questi consiglieri regionali che hanno firmato la legge per la fusione/annessione, giusto per restare a bassa quota, potrebbero dirci qual è la  “visone” di città unificata che hanno da qui a dieci anni nel futuro?

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A cura di Giuseppe Giraldi
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