Nonostante ce ne fossimo convinti strada facendo e pur consapevoli di quanto inevitabili fossero le conseguenze, un turbinio di stati d’animo ci ha assaliti all’ufficialità della decisione del CdM.
I nostri pensieri: delusione, dolore, amarezza, rabbia, tristezza, vergogna, infamia, ma pure tanta, tanta speranza e voglia di riscatto. É giunto il tempo che si faccia chiarezza nella società civile e nella classe politica rendese: dovranno scegliere da che parte stare.
Innanzitutto, l'aver voluto a tutti i costi rimanere in sella, per evidenti benefici di parte, ha causato alla città ed all'intera nostra comunità un danno irreparabile e inestimabile, tangibile e intangibile, una macchia indelebile per la nostra storia. In questo senso, chiare ed evidenti sono le responsabilità di sindaco, giunta e, soprattutto, maggioranza consiliare che, a vario titolo e trasversale supporto partitico, ha ostinatamente difeso la propria postazione a scapito della città e della comunità ed a dispetto del ruolo cui era stata chiamata dal popolo.
Anche i partiti, tutti o quasi, non facciano finta di essere estranei a vicende e dinamiche delle amministrazioni Manna, non pensino di scaricare sul civismo manniano le responsabilità di un fallimento da loro condiviso e presentarsi ora a dettare tempi, modi e pure nomi per le prossime elezioni amministrative.
Altrettanto vero che i problemi vengono da più lontano - la prima nomination risale al 2013 - e che anche noi abbiamo le nostre responsabilità, che dobbiamo ammettere, se vogliamo effettivamente cambiare il verso delle cose e ricostruire un tessuto sociopolitico solido, capace di superare la drammaticità dell’attuale situazione: affrontare e risolvere la questione etica e morale, ripristinare la fiducia nelle istituzioni e offrire una proposta amministrativa fondata su valori e obiettivi condivisi.
È finito altresì il tempo dei primati e delle primogeniture, dell’individualismo e del protagonismo divisivo, di schemi e logiche che hanno determinato un decennio di degrado e declino culminato nello scioglimento, mai conosciuto prima, nella storia della nostra città. Questa brutta pagina viene scritta nel 2023, ma trame e attori sono gli stessi.
Adesso è il tempo della riflessione critica e della reazione collettiva di una comunità sana in grado di discernere il bianco dal nero, di respingere il grigio ( il colore dominante della coesistenza, spesso connivenza, con il malaffare e il malcostume, quello più preoccupante).
Da questa reazione si potrà riprendere il cammino per la riaffermazione dei principi di diritto e legalità da porre alla base del lavoro da fare per progettare una nuova traiettoria di sviluppo civile, sociale ed economico.
Oggi, è ancor di più il tempo dell’amore per RENDE, che non dobbiamo dichiarare solo a parole, ma dimostrare con i fatti ed i comportamenti concreti; la società civile non può più permettersi di stare a guardare.
Pierpaolo Iantorno di RendeSì