La trovavo interessante e conveniente per i tre comuni interessati, perchè pensavo che la Città unica esisteva già di fatto, ma oggi le cose sono cambiate. Oggi, le amministrazioni comunali e i sindaci, non sono in sintonia come allora.
Inoltre, mi sembra che, se la proposta di legge dovesse rimanere quella presentata dai consiglieri regionali di Centro-Destra, con unico momento di coinvolgimento un referendum che non richiede il parere favorevole dei cittadini comune per comune, prima di procedere alla conurbazione, ci troveremmo in presenza di una forma di violazione del diritto dei Comuni all’autodeterminazione.
Questo perché è previsto che il conteggio sui tre comuni sia unico, per cui se la proposta di città unica ottiene complessivamente la maggioranza dei voti espressi dai cittadini, la cosa è fatta. Facendo una simulazione pratica, se a Cosenza i SI prendessero 40.000 voti e i NO 10.000, se a Rende i SI prendessero 10.000 voti e i NO 20.000 e a Castrolibero i SI ne prendessero 2.000 e i NO 5.000, due su tre dei comuni interessati avrebbero espresso parere negativo, ma per effetto della attuale proposta di legge conterebbero i totali e cioè si avrebbe:
per il SI 52.000 voti
per il No 35.000 voti
Quindi, molto verosimilmente, avrebbe prevalso la volontà dei cittadini di Cosenza di costituire la Città Unica. Ovvero, si realizzerebbe non una fusione, non una conurbazione, ma una annessione, perché in effetti, ad oggi, a differenza di 20 anni fa, gli unici ad avere veramente interesse, per svariati motivi, sono i cittadini di Cosenza. Io non credo che le annessioni piacciano. Sicuramente non a Rende e credo nemmeno a Castrolibero.
Non so se i cittadini di Castrolibero accetterebbero senza battere ciglio una cosa del genere, ma conoscendo un poco i miei concittadini, non mi meraviglierei se si dovesse arrivare alle barricate sul Campagnano.
Precisiamo, se utilizzando il metodo democratico, cioè verificando la reale volontà dei cittadini Comune per Comune, dovesse prevalere anche a Rende la volontà di far parte della Città Unica, l’esito della consultazione democratica sarebbe inconfutabile, anche se ovviamente resterebbe l’amarezza per il fatto che noi Rendesi ci saremmo messi in una situazione molto svantaggiosa.
La volontà dei cittadini va rispettata, ma va da se che tale volontà deve potersi esprimere.
Allora consiglio a quelli che pensano di decidere, senza tenere conto del metodo democratico, di valutare bene le opzioni in campo, perché non se ne fa una questione di campanile, ma di DEMOCRAZIA… e di questi tempi dobbiamo starci attenti, molto attenti.
La proposta regionale è carente anche per altri aspetti, ma sulla questione del consenso alla Città unica, COMUNE PER COMUNE, non si può transigere, perché il non tenerne conto confligge con la necessità di superare le divisioni e le diversità dei punti di partenza, necessariamente da considerare se si vuole davvero costruire democraticamente un futuro degno del nostro illustre passato.
Giuseppe Giraldi