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A cura di Giuseppe Giraldi

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"LA PANDEMIA COVID19" E "IL MITO DELLA CAVERNA" DI PLATONE

Posted On Lunedì, 03 Gennaio 2022 22:30
 Una rappresentazione grafica del MITO DELLA CAVERNA di Platone (illustrazione di 4edges via Wikimedia Commons) Una rappresentazione grafica del MITO DELLA CAVERNA di Platone (illustrazione di 4edges via Wikimedia Commons)

Ho provato a sostituire alcuni elementi del mito con gli attori e le scene della pandemia che ogni giorno passano sotto i nostri occhi incollati alla TV. 

Poi, ancora per molte altre volte,  ho provato a modificare le sostituzioni variando scene e personaggi. Non è stato un gioco. Ogni volta non ci facciamo, come umanità una gran bella figura. Provate anche voi. Ecco il racconto del mito:

Il “mito della caverna”, costituisce uno dei punti chiave del pensiero di Platone (428-348 A.C.) e descrive degli uomini incatenati in una caverna sotterranea costretti a guardare solo davanti a sé.

Sul fondo della caverna si riflettono immagini di statuette, che sporgono al di sopra di un muricciolo alle spalle dei prigionieri e raffigurano tutti i generi di cose. Dietro al muricciolo si muovono, senza essere visti, i portatori delle statuette e più in là brilla un fuoco che rende possibile il proiettarsi delle immagini sul fondo. I prigionieri scambiano le ombre per la sola realtà esistente; ma se uno di essi riuscisse a liberarsi dalle catene, voltandosi si accorgerebbe delle statuette e capirebbe che esse, e non le ombre, sono la realtà.

Se egli riuscisse in seguito a risalire all’apertura della caverna scoprirebbe, con ulteriore stupore, che la vera realtà non sono nemmeno le statuette, poiché queste ultime sono a loro volta imitazioni di cose reali, nutrite e rese possibili dall’astro solare. Dapprima, abbagliato da tanta luce, non riuscirà a distinguere bene gli oggetti e cercherà di guardarli riflessi nelle acque.

Solo in un secondo tempo li scruterà direttamente, ma, ancora incapace di volgere gli occhi verso il sole, guarderà le costellazioni e il firmamento durante la notte. Dopo un po’ sarà finalmente in grado di fissare il sole di giorno e di ammirare lo spettacolo scintillante delle cose reali.

Ovviamente lo schiavo vorrebbe rimanere sempre là, a godere, rapito, di quel mondo di superiore bellezza, tanto che “preferirebbe soffrire tanto piuttosto che tornare alla vita precedente”.

Ma se egli per far partecipi i suoi antichi compagni di schiavitù di ciò che ha visto, tornasse nella caverna, i suoi occhi sarebbero offuscati dall’oscurità e non saprebbero più discernere le ombre: perciò sarebbe deriso e spregiato dai compagni, che accusandolo di avere gli occhi “guasti”, continuerebbero ad attribuire i massimi onori a coloro che sanno più acutamente vedere le ombre della caverna.

E alla fine infastiditi del suo tentativo di scioglierli e di portarli fuori dalla caverna, lo ucciderebbero.

La simbologia filosofica di questo mito è ricchissima:

  • La caverna oscura simboleggia il nostro mondo;
  • Gli schiavi incatenati - gli uomini;
  • Le catene – l’ignoranza e le passioni che ci inchiodano a questa vita;
  • Le ombre delle statuette – le cose del mondo sensibile corrispondenti al grado della credenza;
  • Il fuoco – il principio fisico con cui i primi filosofi spiegarono il principio primo;
  • La liberazione dello schiavo – l’azione della conoscenza e della filosofia;
  • Il mondo fuori della caverna – le idee;
  • Le immagini delle cose riflesse nell’acqua – le idee matematiche che preparano alla filosofia;
  • Il sole – l’idea del Bene che tutto rende possibile e conoscibile;
  • La contemplazione delle cose e del sole – la filosofia ai suoi massimi livelli;
  • Lo schiavo che vorrebbe starsene sempre là – la tentazione del filosofo di chiudersi in una torre d’avorio;
  • Lo schiavo che ritorna nella caverna – il dovere del filosofo di far partecipi gli altri delle proprie conoscenze;
  • L’ex schiavo che non riesce più a vedere le ombre – il filosofo che per essersi troppo concentrato sulle idee si è disabituato alle cose;
  • Lo schiavo deriso – la sorte dell’uomo di pensiero di venir scambiato per pazzo da coloro che sono attaccati ai pregiudizi e ai modi di vita volgari;
  • I grandi onori attribuiti a coloro che sanno vedere le ombre – il premio offerto dalla società ai falsi sapienti;
  • L’uccisione del filosofo – la mala sorte che tocca ai veri portatori di saggezza.

Per rendere l'esperimento un poco più comparabile tra le varie soluzioni, suggerisco due dritte: 

1) La luce del fuoco rappresenta la condizione di conoscenza della verità parziale in quanto ci permette di vedere le ombre delle Idee (ossia le ombre della realtà vera);

2) La luce del sole invece simboleggia l’idea del Bene che tutto rende possibile e conoscibile.

Buon divertimento.

Giuseppe Giraldi

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