“Oggi più che mai è necessario un momento di riflessione sulla storia e sulla nostra memoria. È necessario alimentare la memoria collettiva da una ferma volontà di sapere”, ha affermato il primo cittadino di Rende.
“La strage di via d’Amelio e le relative indagini sono uno dei momenti più bui della nostra democrazia: c’è una verità che ancora non è uscita ed il ruolo dei collaboratori di giustizia è stato determinante nella distorsione di questa verità. È un segnale allarmante per la salvaguardia dei nostri diritti, della costituzione e dei principi continuamente violati. I grandi depistaggi sono sempre stati opera di certa politica giudiziaria come anche oggi su altri accadimenti bisogna essere altamente vigili per salvaguardare la legalità”, ha proseguito Manna.
“Occorre apportare un vero cambiamento che sia quello delle coscienze, combattendo ingiustizie e povertà. Alto era per Paolo Borsellino il senso di fedeltà allo Stato inteso come salvaguardia di diritti e libertà. Egli era però consapevole che quando politica, istituzioni e mafia si mettono d’accordo non vanno più verso la legalità. Per sconfiggere la criminalità, ripeteva, è necessario studiare: la mafia non si combatte con le pistole, ma con la conoscenza e la cultura”, ha concluso il sindaco di Rende.