“A lui, al suo sempre vivido entusiasmo, dobbiamo l’importante contributo dato alla nostra amministrazione e all’intera area urbana: se il percorso della Consulta dei beni comuni è divenuta pratica politica concreta lo si deve al suo impegno in prima persona. Sino all’ultimo si è prodigato affinché ogni azione fosse agire comune, espressione di una visione della democrazia come partecipativa e diretta”, prosegue il primo cittadino.
“La rinascita della città, luogo naturale della vita politica, apre percorsi per la rinascita del Sud nel suo insieme, perché è in essa che ha luogo la creatività sociale, l’innovazione dal basso, l’acquisizione condivisa di nuove condotte comuni. L’allargamento della partecipazione dei cittadini alla gestione del governo delle città non è un’opzione ideologica più o meno di sinistra, si tratta piuttosto di una necessità. […] Questo sicuramente vuol dire rifondare la città. […] Mi sembra che questo approccio sia obbligato per tutti coloro che ritengono possibile la trasformazione radicale della vita sociale nelle città”, scriveva in una delle sue riflessioni e noi ci impegneremo a costruire un rinnovato circuito democratico.
Che la terra gli sia lieve e le note dei suoi amati vinili risuonino attraverso le frequenze della sua amata Ciroma”, conclude Manna.