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A cura di Giuseppe Giraldi

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DUECENTO E NOVE MILIARDI. SIAMO DAVVERO CAPACI DI FARCI SALVARE?

Posted On Venerdì, 02 Aprile 2021 09:14

di Domenico Gimigliano (*) - 

Sentiamo con un ritmo sempre più serrato parlare dei “209 miliardi” che l’Europa ci darà se siamo bravi a fare il piano, e che ci dovrebbero finalmente far guarire da questa grave malattia in cui ci ha precipitato il “Corona virus” (ma ormai lo chiamano tutti “il Covid” come un pistolero del west, i più informatiSARS-CoV-2acronimo dall'inglese  severe acute respiratory)

In realtà i miliardi sono molti di più, perché ce ne sono anche altri, e del resto gli stessi 209 potrebbero essere di meno facendo bene i conti (forse 191), ma saranno di più associandogli altri pezzi di programmi. Ad evitare confusioni, parliamo allora solo di 209 miliardi

E però, sapete quanti sono in euro? Ve lo dico io: 209 seguito da 9 zeri. 

In soldoni: 209.000.000.000,00 €, un milione di volte 209.000 €. Però, eh? Un milione di interventi da 209.000  l’unol’equivalente, per far capire, di un milione di appartamenti belli tosti oneri di urbanizzazione compresi(quindi magari con quello che c’è intorno).   Con essi, teoricamente, potremmo comporre credo 133 città da 30.000 abitanti, cifra più cifra meno. È chiaro? (No, siccome parliamo continuamente di miliardi di euro come se fossero bruscolini ….Eh, no, non sono bruscolini!).

Stiamo per affrontare una materia davvero complessa. Io, per lavoro ma anche per una sorta di masochismo, in queste cose più o meno ci ho sempre sguazzato, talvolta incasinandole ancora di più, perché capirle èdifficile

Questa volta voglio invece provare a semplificarle, il che è ancora più difficile. Voglio cioè rendere chiari e comprensibili anche ai comuni cittadini  quei 209 mld, e non solo, pure i meccanismi che li governano.

Una fatica improba. Pensate: oltre alle regole ingarbugliate, che già di loro sono una bella matassadebbo vedermela anche con quelli(e sono un vero esercito agguerrito) che aggiungono viepiù garbuglio a garbuglio.Compresi quei molti che hanno interesse a che voi non sappiate niente, se non quello che loro vogliono che voi sappiate (loro o i loro gregarinon fa differenza). Perché? 

Ma perché se norischiano di non poter mettere le mani in pasta facilmente, vi pare poco?

Torniamo a noi. Perché la semplificazione possa avere un po’ di successo, mi dovete perdonare ma debbo prenderla un po’ alla larga, esaminando separatamente

1. Le risorse europee2. “Queste” risorse europee3. Alcuni meccanismi4. A cosa servono, o meglio, per che cosa possono essere impiegate.

Siete d’accordo? Bene, allora cominciamo. Ma vi debbo avvertire che io non sono un esperto, né un docente in materia, quindi potete trovare delle imprecisioni: tenetelo presente.

1. Le risorse europee

Semplificando, possiamo classificarle in:

a) risorse di bilancio: tutte le spese e le entrate dell’Unione relative a un anno;esse debbono rientrare nel cosiddetto “Quadro Finanziario Pluriennale”, QFP, o “bilancio a lungo termine”. Il QFP fissa il quadro degli investimenti e le relative politiche per un periodo di sette anni.
b) risorse strutturali, che sono pur esse messe in bilancio, e quindi ricomprendibili nelle prime, ma riguardano la parte di spesa specificamente destinataagli obiettivi di sviluppo del QFP, cioè, attualmente, alla crescita sostenibile, alla innovazione e alla coesione.Sono i cosiddetti fondi Europei SIE (fondi di Sviluppo e Investimento Europei), ossia la programmazione ordinaria (forse la conoscete già, come POR Calabria)che non ha niente a che vedere con i 209 miliardi, sono altre e ulteriori risorse per lo stesso periodo.Le due cose (fondi SIE e fondi da Covid) sonocoordinate, ed ecco perché le risorse disponibili sono in effetti molte di più. Solo che i fondi SIE seguono una strada diversa
c) risorse straordinarie, appunto i 209 miliardi, che sono, ribadisco,una cosa diversa e non sono iscritti in bilancio.

2. “Queste” risorse europee.

Le risorse di cui stiamo parlando, i 209 mld, hanno come dicevo carattere di straordinarietà e sono destinate alla ripresa dopo il pistolero, pardon, il Covid.

Le decisioni che hanno stanziato queste risorse e che le governano sono basate sull'articolo 122 del TFUE, che in circostanze eccezionali dà all’Unione Europea la facoltà di assistere finanziariamente gli Stati membri. Cos’è il TFUE? È uno dei due “trattati europei” (il Trattato sull’Unione Europea TUE e il Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea TFUE), a cui si debbono attenere strettamente gli Stati membri e la stessa istituzione comunitaria

La cosaè importante, perché significa che quelle decisioni hanno forza di trattatoDi conseguenza significa che, pur volendo, l’Europa non ci potrebbe perdonare le eventuali inadempienze (fatevene una ragione, soluzioni cosiddette all’italiana non ce ne sarebbero).

Ho citato l’art. 122 del TFUE, e fin qui tutto quadra: la crisi provocata dalla pandemia è certamente una “circostanza eccezionale” (caratteristica che speriamo non si perda in futuro, se le pandemie diventano “ordinarie” come qualcuno pure ipotizza)

Che questa circostanza eccezionale rappresenti una minaccia fondamentale lo conferma tutta una serie di provvedimenti straordinari, tra cui la sospensione del patto di stabilità (quello che ci obbliga a non fare spese e a non fare maggiori debiti), e altre risoluzioni legislative e non legislative.

Le risorse impiegate per affrontare la crisi, abbiamo visto, non sono iscritte nel bilancio. Esse hanno un nome: si chiamano Next Generation EU, che molti identificano con i Recovery Fund. Ma i “Recovery” in realtà, pur essendovi compresi, non esauriscono le “Next”.

Ora, finché si tratta di risorse proprie di bilancio, la cosa, l’abbiamo pure visto, è contemplata nel Trattato. Ma è la prima volta che l’UE per trovare i soldi da distribuire ricorre all’emissione di obbligazioni proprie (cioè a suo nome e non a nome dei singoli Stati), lo vedremo meglio alla fine.

Ciò non solo prova che l’Europa questa volta c’è per davvero, ma vi dà anche la misura di quanto la circostanza sia eccezionale e di come si possa facilmente presumere che essa, l’Europa, sarà molto più rigorosa del solito nel controllo dell’efficacia e dell’efficienza della spesa, perché vi sarà costretta più del solito

Questo dovrebbe sollecitare la nostra attenzione:l’Italia è il Paese che ha avuto la quota più consistente delle risorse destinate alla crisi (di cui, è bene ricordarlo, una bella fetta è a fondo perduto, cioè regalata, ma anche il resto non scherza quanto a convenienza). L’Olanda e gli altri Paesi cosiddetti “frugali”(chissà perché) hanno molto lottato perché ciò non avvenisse, dal momento che “l’Italia non sa spendere o spende male”. Pensate che se ne starebbero zitti e buoni se per caso non rispettassimo i tempi o le regole?

Non pensate anche voi che perderemmo le ingenti risorse su cui abbiamo riposto tante speranze? E vorreste almeno sapere per colpa di chi?Glielo faremmo proprio bello, il regalo alla “next generation”.

3. Alcuni meccanismi

In estrema sintesi per ottenere la sua quota, i 209 miliardi,entro il 30 aprile l’Italiadeve far pervenire alla Commissione Europea il Piano per l’utilizzazione delle risorse. Si chiama “Recovery Plan, piano di ripresa, più precisamentePianoNazionale per la Ripresa e la Resilienza”, PNRR

Contiene le strategie, le modalità, i criteri, la destinazione e il cronoprogramma della spesail che non è così semplice come a dirlo.

Il termine di scadenza, il 30 aprile, è ormai ridotto ad un residuo: solo una manciata di giorni e c’è da passare anche in Parlamento, a meno che il Governo dei Migliori non ne faccia a meno, non si sa mai

Non siamo stati certo facilitati dalla caduta del precedente governo e conseguente presa in carico da parte dell’attuale. Questa circostanza ci pone anzi in una situazione di netto svantaggio nei confronti degli altri 26 Paesi, nessuno dei quali ha avuto questa ventura (quanti mesi sono trascorsi inutilmente? Saranno decisivi? Per colpa di chi? Mistero? No, mistero no.).

Non divaghiamo. Nei successivi due mesi, il Piano sarà valutato dalla Commissione europea (formata dai componenti nominati dai vari Stati: una specie di ministri europei, e si chiamano Commissari)epoiapprovatoa maggioranza qualificata,entro 4 settimane dalla proposta della Commissione,dal Consiglio dell’UE (formato dai Capi di Stato o di Governo; la terza Istituzione, il Parlamento, è eletto).

A occhio e croce, entro il 30 luglio la procedura deve essere conclusa.

L’Italia e la Commissione potrebbero concordare di prorogare iltermine del 30 aprile per un periodo di tempo ragionevole, ma capite bene che l’Italia ne ricaverebbe un ulteriore svantaggio.

4. Per che cosa si possono impiegare.

C’è una cosa che dovete tenere presente prima di tutto ed è una cosa molto importante, nel caso vogliate capire se e quando stanno per prendervi per i fondelli (magari ci possono anche riuscire, ma almeno lo sapete). 

Tutti questi fondi, sia i fondi SIE che la “Next Generation EU”, rispondono, oltre al resto, a due principi e a una condizione.

I due principi:

• la solidarietà (sono cioè finalizzati principalmente al riequilibrio territoriale e a quello sociale: così sapete se vogliono togliere risorse alla Calabria per portarli altrove, altro che “riequilibrare”, oppure se stanno dicendo che vi fanno un favore ad assegnare i fondi alla Calabria) e 
• l’addizionalità (sono cioè “aggiuntivi” rispetto a quello che lo Stato è obbligato a spendere normalmente, proprio perché è Stato: così sapete se vi stanno ingannando se cercano di utilizzare risorse straordinarie per spese ordinarie, oppurearrassusia, se vogliono far passare come interventi strategici le spese per gli amici degli amici). Non preoccupatevi, voi non dovete indagare né provvedere, ci penserà la Commissione; ma voi stateci attenti lo stesso, almeno lo verrete a sapere.

La condizione:

• l’Italia ha avuto la quota più alta tra i Paesi europei non perché è il Paese più bello (magari lo è, ma non c’entra), ma perché è il Paese più squilibrato: ha il maggiore squilibrio territoriale e la maggiore esclusione sociale, quelli tra Nord e Sud. Con questi fondi debbono essere perseguiti: riequilibrio territoriale e coesione sociale. Ha al suo interno le Regioni europee più povere. A questo obiettivo deve essere destinata la parte più cospicua delle risorse, qualunque sia la strategia di attuazione.

C’è un altro concetto da chiarire, riguarda le fasi procedurali. Lfacciamo in sequenza e nel modo più semplice.

Abbiamo visto la “Next Generation EU”. Essa è la strategia di fondo. Perché venga attuata ci vuole un regolamento, e si chiama “Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza”. Perché il regolamento venga applicato ci vuole un piano, un programma, una progettualità complessiva a livello nazionale: si chiama “Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza – PNRR”. Sono tre passaggi: potete non dimenticarli.

Stabiliti una volta per tutte i capisaldi dell’operazione, vediamo ora brevemente (usolo cenno, tanto per averne contezza) la struttura e gli obiettivi del dispositivo per la ripresa e la resilienza.

Il 12 febbraio 2021 il Parlamento Europeo (quello eletto, ricordate?) su proposta della Commissione (quella dei “ministri”)ha approvato il “Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, cioè il regolamento per l’attuazione dei “Next Generation EU”. Non ne ho contezza, ma a quest’ora deve averlo approvato anche la terza Istituzione, il Consiglio (quello dei capi di Stato o di Governo)

Il dispositivo è articolato in sei pilastri: 

• transizione verde; 
• trasformazione digitale; 
• coesione economica, produttività e competitività; 
• coesione sociale e territoriale; 
• salute, resilienza economica, sociale e istituzionale, 
• politiche per la prossima generazione

Da lì non bisogna muoversi, è inutile pretendere, che so, che ogni piazza abbia la sua fontana.

Per esempio, il riequilibrio territoriale (che è un altro modo di chiamare la “coesione territoriale”) è un obiettivo primario per la Calabria, richiede non solo il conseguimento delle risorse, mal’efficacia della loro allocazione e l’efficienza nella loro spesa. Il che significa che non può essere sparpagliato e disperso, né può essere dato a chiunque solo perché è più amico. Prima ci si fa una ragione di ciò, meglio sarà. E credo proprio che stavolta i trucchetti e le facilonerie verrebbero fuori, come è accaduto, ed era ineluttabile, con i vaccini.

Però. Da un’inchiesta del Mattino di martedì 30 marzo scorso sembrerebbe invece che siamo alle solite: pur in assenza ancora del Piano Nazionale, è stato varato un bando di gara, da finanziare con la Next Generation EU, 2,5 miliardi. Sapete per cosa? Asili nido, merce di cui notoriamente al Sud non abbondiamo, Ci si aspetterebbe un maggior favore! Invece? La selezione dei comuni ai quali assegnare i finanziamenti viene fatta secondo determinati criteri. Sapete come sono stati stabiliti questi criteri? In maniera da favorire in maggioranza comuni più ricchi e dotati di particolarità tali da potersi trovare più al Nord che al Sud. L’inchiesta, con gli elementi precisi, esiste, la potete leggere. Alla faccia del riequilibrio. Chi ben comincia …. 

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Vi siete perduti? Non fa niente, dimenticate il resto e fissate l’attenzione sui 209 miliardi.Solo,non dimenticate che il nostro discorso va anche più in là, e già sapete che se pure vi doveste limitare, si fa per dire, ai 209 mld, già la cosa sarebbe impressionante. 

Essimiliardi riguardano il “Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza” e rappresentano, come abbiamo già visto, la quota maggiore tra le risorse assegnate agli Stati europei dai Recovery Fund

È venuto ora il momento di dare un’occhiatina (ed è l’ultimo sforzo che vi chiedo) al piano più generale, il “Next Generation EU”, di cui il “Recovery Fund” fa parte.

Per chiudere, vi faccio un riepilogo un po’ più “cattivo”, coi nomi e cognomi delle leggi.

Il Next Generation EU (NGEU), istituito dal regolamento (UE) 2020/2094, rappresenta lo strumento dell'Unione europea per la ripresa, che va ad integrare il Quadro Finanziario Pluriennale (e quindi anche la programmazione dei fondi strutturali) per il periodo 2021-2027.

La Commissione europea è autorizzata a contrarre, fino a dicembre 2026,prestiti sui mercati dei capitali fino a un importo di 750 miliardi di euro (a prezzi 2018, il che dà quella parziale incertezza ai 209 miliardi). I prestiti saranno rimborsati a partire dal 1° gennaio 2027 fino al 31dicembre 2058 (il che significa che anche la parte che ci viene data in prestito è quasi un regalo, diluita com’è in oltre un trentennio. Però sempre un prestito è, e quindi usiamolo bene).

Il 30% del totale delle obbligazioni di Next Generation EU sarà emesso sotto forma di obbligazioni verdi (green bonds).

Con 672,5 miliardi di euro, 360 in prestiti e 312,5 in sovvenzioni (cioè regalati), il Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility - RRF) rappresenta il più importante strumento previsto nell’ambito di Next Generation EU (quasi il 90% della dotazione totale).

Oltre al Recovery, un’altra iniziativa,REACT-EU assegna risorse supplementari, per gli anni 2021-2022 (quindi ora e subito), alla politica di coesione, allo scopo di rafforzare l'economia e l'occupazione nelle regioni maggiormente colpite dalla pandemia COVID-19. Ad esso sono destinati 47,5 mld.

Vi sono altri programmi minori nell’ambito della “Next Generation EU”. Per brevità milimito a citarli: Fondo per una Transizione Giusta (10 mld di €); Sviluppo rurale (7,5 mld)InvestEU (5,6 mld). Orizzonte Europa (5 mld); RescEU (1,9 mld), 

Una quota di queste risorse sarà assegnata all’Italia e andrà ad incrementare i 209 miliardi del Recovery.

Ciascuno Stato membro dovrà predisporre un Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR - Recovery and Resilience Plan), già lo abbiamo visto, ma perché? 

Maper definire un pacchetto coerente di riforme e investimenti pubblici per il periodo 2021-2026, che può includere anche regimi pubblici volti a incentivare gli investimenti privati, purché in linea con la disciplina degli aiuti di Stato (sono cioè ammissibili aiuti dello Stato alle imprese, senza che ciò costituisca danno alla concorrenza, fino al massimale di 200.000 €).

Sono curioso di sapere se saremo capaci di “farci incentivare, ma lo sono anche di sapere quante e qualiincentivazioni ci elargiranno, visto che una proposta della Calabria non c’è.

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 (*) Ingegnere 

 

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