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A cura di Giuseppe Giraldi

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RICETTA DEL NOCINO DI SAN JANNI

Posted On Giovedì, 25 Giugno 2020 11:30

Qualche anno fa, frugando tra vecchie cose di mio nonno, un foglietto si è sfilato da un quaderno di ricette che, per com’era consunto, doveva esser stato consultato spesso.

La ricetta, scritta con calligrafia antica, riporta il procedimento per fare un liquore che mio nonno identificava come “lo sciroppo di Santu Janni” (San Giovanni) e che era sempre   oggetto di controversie tra lui e i suoi amici, perché ognuno sosteneva essere il suo il NOCINO più buono degli altri.

Di seguito è riportato il contenuto del foglietto con la FORMULA e la descrizione del procedimento da seguire:

NOCINO DI SAN JANNI

Ingredienti :
66 noci 
3 litri di alcool etilico a 95° 
2,600 kg di zucchero 
3 bastoncini di cannella 

9 chiodi di garofano  interi


PREPARAZIONE

La notte del 24 giugno una vergine raccolga le noci ancora tenere, tre donne le lavino e le asciughino, un saggio le tagli in quattro spicchi ripetendo la litania di Santu Janni per ognuna che viene tagliata. Le noci spicchiate si mettono in un recipiente chiuso, insieme allo zucchero e si lasciano in infusione per tre giorni  rimescolando spesso con apposito mestolo in legno di nocciolo.

Dopo tre giorni lo zucchero si sarà tutto sciolto e si potranno aggiungere gli altri ingredienti: 3 litri di alcool, 3 bastoncini di cannella tritati, 9 chiodi di garofano interi. Si chiuda bene il recipiente e si tenga per 66 giorni in luogo asciutto e parzialmente soleggiato, aerando e rimescolando ogni 3 giorni. Dopo questo periodo si lascia fuori nello stesso posto fino al giorno di Ognissanti. 

Poi si porta in casa e la vigilia di Natale si filtra tutto. 

Il liquore ottenuto si imbottiglia e si conserva in luogo fresco.

Il giorno di Giovanni Evangelista dell’anno dopo si potrà assaporare il gusto magico del vero NOCINO di SantuJanni. 

NOTE: 

In questo modo si chiude il ciclo: ciò che nasce a cavallo di Giovanni che piange, dopo 18 mesi si beve tra amici nel giorno di Giovanni che ride.

Il Nocino, dunque, non è solo un liquore, ma la vivificazione, attraverso i solstizi e la celebrazione delle feste del sole, di un processo alchemico che, nella magica notte di Giovanni Battista, consente al liquido nero di accedere all’alveo che attraversa l’antro e, nel percorso, di subire le trasformazioni che ne fanno un liquore medicale. Entra nell’antro dalla porta degli uomini e ne esce dalla porta degli Dei, la festa di Giovanni Evangelista, quando il sole ritorna a vincere sulle tenebre e riprende, con l’aiuto del NOCINO, a scaldare il cuore degli uomini, come vuole San Giovanni che non ama gli inganni.

Giuseppe Giraldi

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