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A cura di Giuseppe Giraldi

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È morto Luis Sepúlveda.

Posted On Giovedì, 16 Aprile 2020 21:17

Figlio di un anarchico andaluso fuggito dal franchismo, cileno, latino-americano, europeo, cittadino del mondo.

Eterno ribelle, sempre dissidente, ha dedicato tutta la vita non poco avventurosa alla lotta per la libertà "nostra e vostra".

La mia generazione lo ricorda,  massiccio, bello e imponente, accanto a El Presidente, Salvador Allende. Incarcerato e torturato dagli aguzzini di Pinochet, liberato grazie alla mobilitazione di Amnesty International, incarcerato di nuovo, condannato all'ergastolo, esiliato, combattente in Nicaragua, militante ambientalista sulla nave "Greenpeace".

Questa vita avventurosa, dura e pericolosa ha prodotto, quasi miracolosamente, una letteratura fiabesca - per bambini, adulti e anziani - di una tenerezza indicibile.

A cominciare dal primo romanzo, scritto quando Sepùlveda era già quarantenne, “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”, e a continuare con storie di animali che ci parlano e ci insegnano: un gatto che insegna a volare una gabbiana (“Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”), una balena che ci racconta in prima persona la sua storia ("Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa"), un cane che insegna la fedeltà a un bambino ("Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà"), l'amicizia tra un gatto e un topo ("Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico"), una lumaca che scoprì la lentezza ("Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza").

Ha vissuto una vita piena. 

Marta Petrusewicz

16 aprile 2020

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A cura di Giuseppe Giraldi
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