Com’era prevedibile, il Presidente Del Consiglio ci ha anticipato quel che conterrà un provvedimento che sarà emanato a breve, speriamo con effetto immediato. Certo c’è da augurarsi che questa volta non si mettano in moto i perversi meccanismi della volta scorsa.
Stavolta pare si tratti solo di inasprimento di sanzioni e comunque abbiamo avuto la conferma della gravità della situazione perché, a quelle che erano quelle precedenti, è stata aggiunta la possibilità di multe per coloro che trasgrediscono le misure previste dai decreti (ad oggi questo sarà il quarto in materia).
Queste multe potranno variare da 400 € a 3000 € e potranno essere incrementate di un terzo qualora il trasgressore fosse alla guida di un’autovettura (se il trasgressore è a piedi, la maggiorazione non è ammessa). Non riesce difficile immaginare in quali casi questo può accadere. Sicuramente nel caso in cui l’autocertificazione non fosse adeguatamente documentabile, da parte delle persone che fossero trovate in circolazione, con i giustificati motivi già elencati dal precedente decreto. (*)
Detto questo va segnalato che Giuseppe Conte è stato molto abile nel giustificare l’uscita di un decreto ogni 2 o 3 giorni con l’esigenza di gradualità nell’adozione dei provvedimenti. Non ha però spiegato il perché ha lasciato trascorrere più di 24 ore dal momento in cui i provvedimenti sono stati annunciati al momento in cui sono stati adottanti e pubblicati.
Ha avuto parole che sicuramente hanno positivamente impattato sul senso di solidarietà e sul senso di italianità del popolo, ma francamente non è sembrato molto sicuro del suo dire quanto ha specificato che la data del 31 luglio è solo quella della fine dell’emergenza decretata il 31 gennaio. Ha voluto rassicurare gli italiani sul fatto che le misure restrittive, si spera, possano essere revocate al più presto possibile e comunque sicuramente prima di quella data.
Staremo a vedere. In realtà non sappiamo quale può essere l’evoluzione del contagio di questo virus e i tempi di superamento della pandemia. Incrociando le dita, rispetteremo le indicazioni che vengono dal governo centrale, perché siamo cittadini ossequiosi della legge e che amano la vita, quella di tutti.
(*) di seguito le motivazioni ammesse
- comprovate esigenze lavorative;
- assoluta urgenza (“per trasferimenti in comune diverso”, come previsto dall’art. 1, comma 1, lettera b) del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 22 marzo 2020);
- situazione di necessità (per spostamenti all’interno dello stesso comune, come previsto dall’art. 1, comma 1, lett. a) del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 marzo 2020 e art. 1 del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 9 marzo 2020);
- motivi di salute.