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IL CORONAVIRUS NON COMPARE PER CASO SUL PIANETA TERRA

Posted On Domenica, 22 Marzo 2020 18:58

di Giuseppe Giraldi - 

Siamo alla stretta finale, se dopo le misure assunte dal Governo e dalla Presidente della Giunta regionale, i contagi non inizieranno a diminuire, non oso immaginare quali provvedimenti dovrebbero essere messi in atto. 

Questo ci deve far riflettere su una domanda cruciale: la pandemia da coronavirus che sta cambiando le nostre vite, ci è capitata per caso o dipende dall’effetto che hanno sull’ambiente le attività umane?

È stato recentemente pubblicato un rapporto di WWF Italia nel quale, tentando di formulare delle risposte, si ipotizza che alcune malattie, prima sconosciute, potrebbero dipendere da azioni umane quali: la deforestazione, la tratta illecita di animali selvatici e le azioni umani ostili alla conservazione degli equilibri degli ecosistemi.

Secondo il WWF si ipotizza che “circa il 75% delle terre emerse e il 66% degli ambienti marini siano ormai stati modificati dalle attività umane e che circa un milione di specie animali e vegetali siano oggi a rischio estinzione, mentre la popolazione umana è in costante crescita.”

Anche i microrganismi come i virus e i batteri, ma anche altri, hanno una funzione nell’equilibrio del Pianeta e per la nostra salute. Quasi sempre sono innocui o anche benefici, tant’è che in un film di fantascienza di qualche anno fa, fu loro attribuito il merito di aver salvato il pianeta da invasori alieni che ad essi non erano immuni.

Certe volte però, questi microrganismi possono determinare effetti drammatici per la salute umana e per l’organizzazione economica del pianeta, appunto come sta succedendo per il coronavirus. Il mondo intero è costretto a fermarsi per un periodo più o meno lungo (ancora non sappiamo per quanto tempo), obbligando gli esseri umani ad una inoperosità che mette a rischio il progresso compiuto in secoli di storia.

Quel che è accaduto è la conseguenza della distruzione degli ecosistemi; estremizzando, il coronavirus, come anche altre forme di epidemie in passato, si è diffuso per colpa dell’uomo.

Si è constatato che questi virus passano dagli animali selvatici alla specie umana, fenomeno denominato “spillover”, perché vengono distrutti gli habitat in cui vivono gli animali che li ospitano. È evidente che la distruzione di foreste e ambienti analoghi, che rappresentano i luoghi di vita di innumerevoli specie animali, costringono questi ultimi a cercare di sopravvivere in ambienti diversi ma idonei a sostenere la loro alimentazione. Dove quindi? Nelle città, dove i virus più capaci di adattarsi all’uomo, fanno il salto di specie.

Inoltre, l’abbattimento delle foreste e la costruzione di vie d’accesso a luoghi prima non antropizzati, determina anche il contatto dell’uomo con specie animali selvatiche e microrganismi sconosciuti dei quali non conosciamo le potenzialità di difendersi da contaminazione e a loro volta di contaminarci. Con quali effetti lo si scopre sempre in ritardo.

I problemi aumentano quando poi a tutto questo si aggiunge il commercio di animali selvatici con un incremento dei contatti tra loro, tra loro ed eventuali virus, e tra loro e l’uomo con evidenti rischi di contagi.

Purtroppo si verifica anche la situazione in cui quando si estinguono delle specie animali e si creano ambienti artificiali dai quali la natura è prevalentemente assente, come nelle città, dominio degli esseri umani, i virus trovano in questi ultimi un habitat a loro favorevole per evolversi e diffondersi.

Siamo al punto in cui vanno fatte delle scelte precise. La nostra è una situazione drammatica dalla quale spero si possa ancora recuperare il nostro modo di vivere, si possa ripristinare il nostro mondo con la nostra cultura, la nostra economia, le nostre tradizioni, la nostra civiltà. Perché ciò sia possibile, è indispensabile che TUTTO IL MONDO ricostruisca su basi diverse e migliori il nostro rapporto con la NATURA.

Solo così potremo tutelare la sopravvivenza della nostra specie, recuperare gli habitat compromessi e mantenere integre quelle aree del pianeta che ancora non conoscono la dannosità dell’uomo.

Fonte di riferimento: WWF Biodiversità e pandemie

Ecco alcune slides del sito 

https://www.wwf.it/pandemie_e_distruzione_degli_ecosistemi.cfm

 TUTELARE LA SALUTE UMANA CONSERVANDO LA BIODIVERSITÀ

IL FENOMENO SPILLOVER - LA SORGENTE DEI NUOVI VIRUS

Esiste un legame strettissimo tra le malattie che stanno terrorizzando il Pianeta e le dimensioni epocali della perdita di natura. Molte delle malattie emergenti come Ebola, AIDS, SARS, influenza aviara, influenza suina e il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 (COVID19) non sono catastrofi del tutto casuali, ma sono la conseguenza indiretta del nostro impatto sugli ecosistemi naturali. La comparsa di nuovi virus patogeni per l’uomo, precedentemente circolanti solo nel mondo animale, è un fenomeno ampiamente conosciuto come spillover. In ecologia ed epidemiologia lo spillover - che si potrebbe tradurre come “tracimazione” - indica il momento in cui un patogeno passa da una specie ospite a un’altra, e si pensa che questo passaggio possa essere alla base anche dell’origine del nuovo coronavirus.


DISTRUZIONE DEGLI ECOSISTEMI: PRINCIPALI CAUSE

Gli ecosistemi naturali hanno un ruolo fondamentale nel regolare la trasmissione e la diffusione di malattie infettive come le zoonosi e quindi, nel sostenere e alimentare la vita, compresa quella della nostra specie. Globalmente gli scienziati sono consapevoli che tra le cause della diffusione di malattie infettive emergenti, come Ebola, febbre emorragica di Marburg, SARS, MERS, febbre della Rift Valley, Zika e molte altre ancora, vi siano fattori importanti come la perdita di habitat, la creazione di ambienti artificiali, la manipolazione e il commercio di animali selvatici e più in generale la distruzione della biodiversità.

 

PERCHÈ È FONDAMENTALE DIFENDERE GLI ECOSISTEMI

La grande varietà di specie animali e vegetali in relazione tra loro creano un ecosistema. Tutti gli ecosistemi sono in grado di adattarsi agli stress associati alla riduzione della biodiversità in una certa misura, tuttavia la perdita di biodiversità ne riduce la complessità. Come in un puzzle a cui vengono a mancare alcuni pezzi, anche in questo caso le singole ma fondamentali componenti vengono perse, e l'ecosistema perde la sua capacità di riprendersi.