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OGGI UN PENSIERO A CHI VIVE ALLA GIORNATA E #LAVORAINNERO...

Posted On Lunedì, 16 Marzo 2020 11:38

di Emmanuela Rovito - 

Non tutti quelli che lavorano in nero, lo fanno per frodare lo Stato, ma sono costretti dallo Stato che, ad una certa età ti taglia fuori dal sistema produttivo, diventando una zavorra per le ditte!

I più "fortunati" vengono chiamati, in nero, perché sono in gamba, esperti del mestiere, perché sanno risolvere i problemi ed uno solo rende il lavoro di tre, in nero, senza tutela, senza contributi, senza.
All'appello
#STATEACASA loro hanno risposto con tutta ottemperanza e... tra loro... c'è chi, a casa, c'è restato fino a che ha potuto. I lavoratori in nero per necessità, non percepiscono stipendio mensile, non sono impiegati statali, non sono pensionati.
Non tutti hanno un piccolo conto in Banca che serviva a pagare le tasse e così... ok... te ne infischi e lo usi per vivere, far la spesa.
Quando l'ultima crisi economica ed il fermo edilizia ha fatto chiudere la ditta con cui lavoravi ed hai quasi 50 anni, nessuno ti vuol più assumere, non percepisci reddito di cittadinanza perché hai lavorato assunto part time per tre mesi ed hai una casa intestata di cui non paghi più il mutuo! Tu non puoi percepirlo il reddito, mentre, chi fa il nababbo con giusto escamotage, lo ha percepito!
È l'Italia! Ma a te gratifica lavorare, vuoi lavorare e pensi che va bene così, non vuoi "imbrogliare", far carte false. Lavori a giornate, facendo di tutto... anche altro dal tuo "mestiere". Fino a che un giorno non arriva la nuova "peste", la pandemia e... tutto cambia.
"Restate a casa". Adesso quelli col reddito di cittadinanza stanno tranquilli (quelli che lo meritavano ed anche gli imbroglioni). E lui? Il lavoratore in nero? Il "delinquente" che si spacca le ginocchia e le spalle sotto pioggia e sole? Lui... l'evasore... lui... deve continuare a lavorare, perché merita di soffrire, di morire! Anche adesso, nessuna tutela per i lavoratori costretti in nero dallo Stato.
Uno Stato di Fatto, fatto di belle parole, quando telefoni all'Enel, e...vista la situazione mondiale chiedi se puoi tenerti quegli ultimi spiccioli per fare la spesa e stare altri 15 gg a casa... e ti rispondono: "No, le bollette in scadenza al 29 febbraio vanno pagate"... ma chi vive alla giornata non può essere preciso nei pagamenti... e quindi si è ritrovato, adesso, ad un bivio: andare a lavorare e rischiare la vita tua e quella di altre 6 persone che ti vivono accanto o stare a casa senza energia elettrica, mangiando per 10 al max 15 gg... e poi? E se l'emergenza non finisce? (Come sarà!)
Si impone la
#quarantena ma... la tutela per chi in quarantena non può starci altrimenti muore letteralmente di fame, dov'è?
Viva l'Italia... cantiamo fuori dai balconi... "Andrà tutto bene"... mentre il bollettino dei nostri fratelli morti, aumenta, giorno per giorno.
Emoziona anche me la forza d'animo che si mette nel segnale positivo ma... a volte penso che... siamo FUORI come balconi.
La realtà è che lo Stato non può tutelare chi ne ha bisogno!
Figurarsi, non è stato in grado neanche di fornire una mascherina a norma agli immuno depressi... ad infermieri... polizia...!

Ricordate che... ci sarà chi è costretto ad uscire di casa e chi fa il nababbo al sicuro, non sarà più al sicuro SE lì fuori c'è chi è OBBLIGATO ad uscire... restando potenziale veicolo di diffusione del contagio.

Lo sappiano e si vergognino anche coloro che hanno venduto mascherine a prezzi esorbitanti...
quando
#coronabusseràallalorovita perché hanno preferito guadagnare in soldi anziché in salute...

ER§i

(Tratto da una storia vera)