Da una parte una erronea convinzione di esserne praticamente immuni, alimentata sia da dichiarazioni di politici e amministratori locali preoccupati di salvare l'economia, e sia dalla diffusa opinione che a morirne siano solo anziani già ammalati.
Non è così. Purtroppo, il 30% degli intubati in rianimazione ha meno di 40 anni. Ma la cosa più terribile è la questione del contagio.
Fa davvero rabbrividire l'insensibilità delle risposte dei giovani intervistati, nelle “movide” serali, sulla pericolosità di potersi infettare e di conseguenza infettare i propri cari più fragili.
Non può essere solo superficialità o menefreghismo tipico di questa fase della vita.
Si ha la netta sensazione che in questo atteggiamento vi sia anche un modo inconscio di marcare e denunciare l'esistenza di un muro tra generazioni, fatto di incomprensioni e diffidenza.
Sembra prevalere un abisso di solitudine e di frustrazione, nel quale i nostri giovani vengono spinti da una società distratta, guidata da una generazione che di loro poco si cura e che li ha relegati a ruoli e prospettive di emarginazione.
Mario Miceli