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A cura di Giuseppe Giraldi

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JOLE SANTELLI POTREBBE RIUSCIRE DOVE TANTI UOMINI HANNO FALLITO

Posted On Mercoledì, 12 Febbraio 2020 09:29

di Giuseppe Giraldi

Due domeniche fa i calabresi hanno eletto Jole Santelli alla presidenza della Giunta Regionale della Calabria.

Oggi, a bocce ferme, si può tentare di capire un risultato che, seppure atteso, ha comunque scardinato la precedente conformazione politica al vertice della regione Calabria.

Una prima riflessione da fare riguarda l’affluenza alle urne. In genere una diminuzione della partecipazione al voto è diventata, nei paesi occidentali, direttamente proporzionale al benessere economico e sociale fruito dai cittadini. Si tratta non di disinteresse, ma di fiducia nei confronti dei propri concittadini ai quali viene delegato, con la propria astensione, il compito di farsi carico per tutti della scelta dei propri governanti. È una forma di fiducia nel sistema, che si fonda sull’identificazione con il sentire comune e con le scelte condivise dalla maggioranza dei cittadini.

Detto questo, non mi pare proprio che in Calabria queste motivazioni possano essere considerate ugualmente valide per spiegare un astensionismo che oscilla per le regionali intorno al 55 % dal 2014 in poi.

Qui in Calabria, occorre trovare altre motivazioni per spiegare una disaffezione dal voto che ha ormai i connotati della sfiducia e della rassegnazione. Guardiamo al ruolo legislativo del Consiglio Regionale. Quante e quali leggi varate, in questi ultimi anni, sono state veramente utili e necessarie, incidendo realmente sul miglioramento delle qualità della vita dei cittadini? Quante quelle che hanno aiutato i calabresi a venire a capo dei tanti problemi che affliggono questa nostra terra? Non mi viene in mente niente. Il Consiglio Regionale della Calabria è veramente uno strumeto politico utile ai calabresi o solo a chi ne fa parte? Domande difficili.

E però, continua il balletto e i Calabresi continuano a cambiare, ogni volta che votano, sperando che qualcosa possa migliorare: nel 2000 hanno votato Chiaravalloti (di centrodestra), nel 2005 hanno votato LOIERO (di centrosinistra), nel 2010 hanno votato SCOPELLITI (di centrodestra), nel 2014 hanno votato OLIVERIO (di centrosinistra), nel 2020 hanno votato Jole SANTELLI (di centro destra). Una bella altalena!

Dal 1970 in poi, nessun Presidente regionale è stato mai rieletto, nonostante varie volte sia stata cambiata la legge elettorale. Il primo Presidente era veramente un galantuomo: Antonio Guarasci. Peccato non abbia vissuto abbastanza per dare un’impronta durevole ad un modo di governare questa terra che fosse forgiato sulla sua personalità e sulla sua rettitudine morale. Anche Francesco Principe ci provò. Le alchimie di allora non glielo consentirono. È difficile cambiare quel che non vuole essere cambiato. Siamo alla disperazione, altro che sfiducia e rassegnazione, ed è per questo che quando ci accorgiamo di qualche eroe nei dintorni, cerchiamo di attirarne l’attenzione.

Come sarebbe bello se non ne avessimo bisogno di eroi, saremmo ad un passo dal dare quel colpo d’ala che potrebbe metterci in condizione di volare.

Invece no, non siamo volatili che volano, noi razzoliamo a terra, somigliamo molto ai polli, ci accontentiamo di quel che troviamo sull’aia, ma potrebbe capitarci di peggio, di essere portati in dono a qualcuno, per esempio a Salvini, e in quel caso, come quelli del povero Renzo di manzonianna memoria, anche noi faremo a gara a beccarci mentre ci portano in cucina.

Tra questa ipotesi e la realtà, oggi si frappone una donna: Jole Santelli. Non la conosco personalmente, ma spero sia conseguente alle sue dichiarazioni e al suo programma. Ha detto di voler essere trasparente e monitorata e già questo è un primo passo per scoraggiare intrallazzi e congiure, ahimè, sempre possibili in terra di conquista come la nostra.

La neo-presidente Santelli ha tante buone intenzioni sui tanti argomenti che costituiscono il suo programma elettorale, dall’innovazione digitale all’affermazione dei principi meritocratici, dalle strategie occupazionali alle infrastrutture di sviluppo dell’economia, dal welfare e politiche sociali alle nuove tecnologie aplicate in questo campo.

Inoltre nel suo programma sono attenzionate tante problematiche di cui la Calabria è vittima, dalla balneazione a rischio, alla forestazione, alla viabilità, comprese le necessarie opere di adeguamento delle infrastrutture viarie, ferroviarie, aeroportuali e portuali, dal problema dei rifiuti, al problema dell’approvvigionamento idrico, dall’erosione delle coste al dissesto idrogeologico, dal rischio incendi al rischio sismico passando per una corretta gestione urbanistica del territorio, dalla riqualificazione e ammodernamento del Sistema Agricolo regionale, alla pesca e all’artigianato, alla valorizzazione della Sila, dell’Aspromonte e del Pollino. Ciò detto, sempre con riferimento al programma elettorale del centro-destra, non si può che plaudire all’idea di ripristinare i Nuclei di Cure Primarie, di ridurre la migrazione sanitaria fuori regione, la creazione di una rete per l’accompagnamento all’uso dei servizi sanitari digitali.

Tutto chiaro, anzi quasi tutto. Perché in certi passaggi del programma si fa un uso eccessivo di termini in lingua inglese, il che li rende incomprensibili; ci sarebbe bisogno dell’interprete, a meno che lo abbiano scritto per gli addetti ai lavori, ma non credo.

Faccio quest’ultima osservazione solo con lo scopo di rappresentare un’esigenza che non credo sia solo mia, ma di tutti i cittadini: abbiamo bisogno di capire di cosa si parla, nella chiarezza senza mezzi termini.

Giusto per fare un esempio, consiglio a tutti di dare un’occhiatina all'ultima legge elettorale approvata dal consiglio regionale, meglio ancora se si guarda il testo coordinato: non si capisce niente. Ecco perché mi appello alla sensibilità di Jole Santelli: spero che faccia di tutto affinché le leggi regionali siano scritte con chiarezza e semplicità, che siano comprensibili e poi, che faccia riscrivere i testi coordinati in maniera da evitare di consultare altre 15 leggi.

Per ultimo, ma non per importanza, mi auguro che la Presidente metta mano anche alla legge elettorale, almeno relativamente a tre punti (come buon inizio di mandato, perché se non lo fa subito, non lo potrà più fare in seguito):

1) introdurre il voto disgiunto tra liste e candidato alla Presidenza;

2) introdurre il limite di due mandati per tutte le cariche della Regione Calabria.

3) introdurre le due preferenze di genere.

Per chiudere, da ambientalista, il programma mi piace molto quando dice: “La nostra terra racchiude un importante potenziale ambientale fatto di ecosistemi, biodiversità e paesaggi che devono essere adeguatamente monitorati, tutelati e utilizzati per creare occasioni di crescita e di lavoro sostenibile, soprattutto per i nostri giovani che hanno maturato un’attenzione verso le tematiche ambientali più forte delle generazioni precedenti, ma anche per garantire il lavoro delle nostre aziende e la salute dei nostri cittadini. La risposta dei giovani calabresi ai “Friday for Future” ne sono l’esempio pratico, che ci deve incitare ad esercitare tutti gli sforzi possibili per creare le condizioni di una Regione in cui il rispetto e la tutela dell’ambiente e del territorio sono centrali e da guida per il nostro agire politico”.

Però attenzione a credere che sia stata Greta Tumberg a parlare per prima dei temi di salvaguardia ambientale, di salvezza del pianeta. Lei ha solo risvegliato tante coscienze sopite, ma non tutte. Lavorare per un progetto di miglioramento delle condizioni del pianeta e fare in modo che si realizzi ciò che lei e quelli che oggi la seguono,  chiedono, sarà, sempre, un’impresa ardua e difficile, ma non impossibile: basta che ci convinciamo tutti della necessità di fare in modo che la Terra diventi un ambiente migliore di come lo abbiamo trovato.

In definitiva, penso che il programma di Jole Santelli sia un libro dei sogni. Ma è bello sognare. Mi riporta alla memoria una massima di Friedrich Engels L'uomo è un Dio quando sogna, un pezzente quando riflette.”

Questo forse può voler dire che dobbiamo smettere di riflettere troppo se non vogliamo più essere pezzenti, il che ci impone di sognare se vogliamo innalzarci al di sopra delle nostre miserie. E io direi che è arrivato il momento. Forse può una donna, Jole Santelli, riuscire dove tanti uomini hanno fallito. Che provi. Non potremo che esserne contenti tutti se dovesse riuscire a realizzare il sogno di una Calabria al passo con le altre regioni d'Italia, non più fanalino di coda nelle classifiche delle cose buone e capolista nelle classifiche di quelle negative.

Giuseppe Giraldi

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