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A cura di Giuseppe Giraldi

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RIPARTIRE DALLA CONTAMINAZIONE CULTURALE

Posted On Lunedì, 30 Dicembre 2019 12:44

di Giuseppe Giraldi

I primi anni dell’istituzione dell’Università della Calabria, gli uffici furono dislocati nei palazzi di Commenda e di Cosenza.

Nel 1973 fui assunto con chiamata diretta all’Università della Calabria. Presi servizio in un palazzo vicino allo stadio di Rende, ma l’anno dopo ci trasferimmo al Polifunzionale di Arcavacata.  Avevo 21 anni ed ero il più giovane dei dipendenti assunti fino a quel momento. La chiamata diretta, ovvero per raccomandazione, è stata la prassi per le assunzioni, almeno per i primi cinque anni di esistenza del nostro ateneo.

Per quelle assunzioni, molto informalmente c’era da sostenere una prova pratica e un colloquio e si aveva un contratto a tempo determinato che, dopo un anno, se il direttore era soddisfatto, veniva trasformato in contratto a tempo indeterminato e da quel momento in poi andavi a ritirare lo stipendio alla Banca d’Italia anziché alla Cassa di Risparmio.

Fui mandato nel dipartimento di Difesa del Suolo, dove conobbi persone che hanno avuto un ruolo importante per la mia formazione durante il mio percorso di crescita umana, culturale e professionale, ma quello che ricordo con più affetto, perché lo incontrai per primo e mi rimase sempre simpatico, è Pasqualino Bruno.

Per lui, come per me che ero anche studente, fu una vera svolta, mi trovai proiettato in un mondo nuovo, un salto nel futuro, perché da sempre, qui in Calabria, se ti capita un’occasione di lavoro, non puoi lasciartela sfuggire. Conobbi il primo rettore dell’UNICAL, il prof. Beniamino Andreatta e i suoi pro-rettori, i proff. Vincenzo Marone e Cesare Roda, con i quali raramente mi sono trovato d’accordo e poi anche i proff. Giuseppe Frega e Pietro Bucci.

Tutti hanno contribuito alla crescita e alla realizzazione dell’UNICAL, ma quello che maggiormente ha lasciato un segno profondo del suo passaggio è stato Pietro Bucci, prematuramente scomparso. Ed è anche quello con cui maggiormente ho avuto occasione di collaborare perché durante il suo mandato sono stato eletto come rappresentante degli studenti in seno al C.d.A UNICAL e quelli sono stati gli anni in cui è stata data la più forte accelerazione alla realizzazione del Ponte Gregotti.

Divenni amico di persone che furono molto importanti per la mia formazione politica. Conobbi Pasquale Versace, che mi fece conoscere Nedo Fanelli segretario della sezione universitaria della CGIL, alla quale mi iscrissi convintamente. E poi Camillo Daneo, Piero Fantozzi, Gianni Dente, Moisè Chiodi e tanti altri. Eravamo i pionieri che stavano realizzando il sogno degli studenti calabresi che qualche anno prima manifestavano in piazza per avere un’università in Calabria. Io ero tra quelli che manifestavano e poi fui tra quelli che realizzarono. Ero lavoratore e studente. Come lavoratore partecipai alle battaglie sindacali e come studente partecipai alle lotte studentesche.

Fu un periodo esaltante, perché sognavamo e credevamo di poter realizzare i nostri sogni. È vero che di tante idee, di tante speranze, di tanti progetti, di tanti sogni, ho visto realizzato poco, ma quel poco mi da tanta soddisfazione. La cosa più importante è stato il poter fare un percorso illuminato da un ideale.
Oggi quella luce c’è ancora, ma le nebbie dell’intrallazzo, dell’affarismo, del carrierismo, dell’egoismo e dell’invidia la oscurano. Abbiamo bisogno di una riscossa morale ed ideale che ancora all’orizzonte non vedo.

Confido molto però nella presenza su questo territorio dell’Università della Calabria, della quale ho fatto parte come dipendente, ma anche come componente del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione.  Conosco le grandi capacita delle tante persone che vi operano quotidianamente per formare studenti colti e preparati capaci di contaminare culturalmente questa terra che ha tanto bisogno di riscuotersi da questo indolente torpore civile che lascia i suoi figli in balia delle mistificazioni e degli inganni di affabulatori senza scrupoli.

DA QUI, DA UNA NUOVA CLASSE DIRIGENTE, RINNOVATA NEL CUORE, NEL PENSIERO E NELLE AZIONI, SI PUÒ INIZIARE A SPERARE.

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A cura di Giuseppe Giraldi
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