Ci sono delle storie in città che vanno raccontate. Anche perchè dietro ad un grande successo c’è sempre una persona, una testa pensante, in questo caso raccontiamo la storia di un giovane manager dello spettacolo. Lui si chiama Alfredo De Luca, anni 26, ed è il direttore artistico del Rende Teatro Festival.

Lo spettacolo di Pucci è appena terminato. Siamo a cena a Rende. E ,tra una portata e l’altra di un antipasto squisito preparato dallo chef del Number One, Alfredo De Luca si racconta e parte con una battuta “avete Pucci al tavolo e fate le domande a me?”. Alfredo pensa costantemente alla promozione dei suoi artisti, quelli che sceglie per le stagioni teatrali. Siamo alla seconda edizione del Rende Teatro Festival, edizione molto interessante che si è aperta con il sold out di Pucci al cine teatro Garden.

Siamo partiti con il piede giusto, Alfredo sei soddisfatto? “Molto. Devo dire che la risposta del pubblico c’è stata. Il colpo d’occhio del Garden è stato notevole. Il 28 novembre arriva la Cucinotta e, naturalmente, mi auguro un altro pienone e dalle prime notizie sulle prevendite ”.

Quale è stata la scintilla per intraprendere questa carriera di manager dello spettacolo?  “Sono stato coreografo, regista e produttore della mia compagnia teatrale. Ecco diciamo che sono partito da qui. Poi mi è venuta la voglia di mettermi in proprio e fare arrivare artisti in città. E il primo spettacolo che ho organizzato al Garden è stato quello di Angelo Duro, anno 2018.

Alfredo, hai solo 26 anni. C’è stato ,nel corso di questi anni, un momento di timore nel non riuscire in questa professione non facile?  “Il momento di timore di non riuscire c’è sempre, come c’è sempre quello di farcela. Devo dirti che sono momenti che si completano a vicenda. Ed è tutta una carica di adrenalina pazzesca”.

Il consiglio da dare ai giovani della tua età per entrare a far parte di questo mondo dello spettacolo? “Di essere appassionati. Bisogna vivere la vita con tanta passione e cercare di frequentare a 360 gradi scuole di canto, ballo e recitazione. Solo cosi cresce il bagaglo culturale e aumentano i contatti. E poi il consiglio spassionato che posso dare ad ognuno di loro è quello di non farsi influenzare dalla massa. Importante è riuscire ad avere una propria personalità forte”.

 Questa estate hai organizzato Siani ad Acri. Impegnativo come spettacolo o tutto è andato come pensavi? “Molto impegnativo e costoso, ma alla fine devo dire che se osi e riesci a portare artisti di qualità, la gente risponde”.

m.r.