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A cura di Giuseppe Giraldi

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COSA SI PROVA ED ESSERE UNA CAMBIALE PAGATA - TENTATIVO DI IMMEDESIMAZIONE

Posted On Mercoledì, 23 Ottobre 2019 10:58

di Maria Letizia Lucio (*) 

Siamo a Rende nel 2019, eppure in certe enclave, visto il paradosso comportamentale, sembra di essere ancora in quello che alcuni, me compresa, hanno definito ancien regime.

Abbiamo insieme lottato per allontanare una gestione affaristica della cosa comune. Abbiamo combattuto quell’ostruzionismo che ha creato un clima di mediocrità operativa, irrespirabile. Ed oggi, dopo progetti, linee programmatiche, programmi elettorali ed un impegno serio e competente profuso solo in virtù della mia spiccata coscienza civica, mi trovo a dover inghiottire un rospo che proprio non vuol saperne di andare giù!

Non si tratta delle mie oggettive capacità usate e, contemporaneamente, bistrattate; di quello mi importa poco o niente, perché, come ho già detto, è la mia coscienza civica a muovermi assieme alla grande stima nei confronti del mio Sindaco. Si tratta di una sfera molto più complessa direttamente correlata ad una sensibilità molto particolare: quella artistica.

Sono nata in una famiglia di artisti e l’arte è un gene che ti trasmette delle capacità emotive ed elaborative particolari e dagli equilibri fragilissimi. Ho scritto il mio primo romanzo a 15 anni e ne avevo illustrato le pagine più significative.

Non sono Giotto né Caravaggio, ma ho sempre avuto qualcosa da esprimere nelle mie opere pittoriche.

I percorsi dell’arte, quella vera, non quella degli utili e degli orpelli di una gestione affaristica della stessa, sono veramente molto intimi e, soprattutto, non ammettono interferenze di nessun genere. Né prevedono compromessi di sorta. Un artista vero si commuove quando osserva un’opera d’arte bella, anche se è di un altro artista e dice: meravigliosa! Lo dice senza invidia, quella è dei mediocri! Guccini davanti al suo pubblico un giorno cantò "Luci a San Siro" e con l`umiltà dei veri artisti pronunciò: “vorrei averla scritta io..”.

“Molto cautamente davanti a chi conosce davvero l`arte ti dico che certe parole vorrei averle scritte io con la stessa armonia e forza delle tue espressioni e la metrica...la metrica per una volta si vergogna di se stessa” quest’ultimo è un commento di molti anni fa ad una mia poesia, un commento che mi fece comprendere fino in fondo ciò che l’arte è, ciò che deve rappresentare.

Ciò premesso, riconosco che “Geni Comuni” è una bellissima manifestazione patrocinata con giusto orgoglio dal comune di Rende. Nacque da un progetto, a dir poco geniale, di Luigi Le Piane che ne cura ancora oggi organizzazione e marketing. È nata dalla meravigliosa intenzione di presentare al pubblico ogni artista presente sul territorio, perché l’arte è arte anche se non sei conosciuto dai più. Il talento espressivo non appartiene a nessuna scuola. Una manifestazione storicizzata ed apprezzata soprattutto perché gli artisti, diversamente da come accade in altre collettive, non devono pagare per partecipare!

Un’idea brillante, schietta e dai risultati, a livello di pubblico, eccellenti. Un lavoro certosino da parte dell’organizzatore che ci mette, ogni anno, il cuore!

Ho partecipato alla manifestazione solo una volta, due anni fa e non ne ero nemmeno molto convinta a causa della mia modestia caratteriale, il più delle volte spero solo che arrivi il messaggio. Quest’anno, invece, ero decisa e convinta e, seguendo la procedura indicata nel bando, ho proposto una mia opera dal titolo “IKARUS E METAFORA”, un olio su tela 80x90cm.

La mia opera non è stata selezionata. Ho pensato che non fosse stata selezionata perché ritenuta inadatta o perché eseguita male o perché non sufficientemente gradevole. Poi, però, ho riflettuto e mi è tornato in mente un alterco, di natura personale, con colui che dovrebbe essere il responsabile artistico dell’evento, il curatore insomma! Per questo motivo, sperando di sbagliarmi, ho voluto chiedere spiegazioni dell’accaduto, a chi ne sapeva sicuramente più di me. Così ho fatto e la risposta che ho ricevuto è stata disarmante, perché il diniego della mia opera non era legato ad un giudizio di merito negativo, bensì a considerazioni personali e direttamente riferite a contrasti di altra natura.

“Non selezionerò mai l’opera di Letizia perché su Facebook mi ha massacrato”.

Premesso che fui io a ricevere un vaffa e il telefono sbattuto in faccia, e che la mancata esposizione della mia opera a Geni Comuni non è stata, per l’evento, una grossa perdita perché, come già detto, non sono né Giotto né Caravaggio, ma se al mio posto ci fosse stato un artista straordinariamente talentuoso, lo avrebbe escluso solo perché in disaccordo su questioni politiche e personali?

Un critico non dovrebbe essere super partes? Ma non si era detto che le vecchie metodologie dovevano essere bandite? Come può essere che in manifestazioni di matrice pubblica la meritocrazia non esista e gli interessi “personali” prevalgano sui dichiarati nobili intenti della manifestazione stessa? Eppure è successo.

L’amara conclusione è che la presunzione di essere Dio in terra è estremamente pericolosa quando, in realtà, si ha coscienza di essere solo una #cambiale pagata destinata persino a scopiazzare le idee degli altri per risultare un po’ incisivi. Per ciò che mi riguarda, dichiaro fallito ogni tentativo di immedesimazione in tali spregevoli metodiche e, a costo di rimetterci la salute, combatterò fino alla fine certe posizioni che si fondano sul nulla, sulle raccomandazioni e sull’incapacità.

(*) Artista, scrittrice (senza tesserino, ma che sa distinguere un apostrofo da un accento)

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