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A cura di Giuseppe Giraldi

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IL SUICIDIO È IL SINTOMO DI UN MALESSERE SOCIALE

Posted On Domenica, 28 Luglio 2019 19:50

Ieri ho saputo di questa terribile disgrazia che ha colpito una famiglia di Rende, di questo uomo che si è tolto la vita e lo ha fatto nel modo che, al tempo degli uomini d’onore, era considerato onorevole.

Lo ha fatto senza clamore, da uomo di poche parole, con la determinazione di chi non ci ripensa, volendo compiere un gesto irreversibile.

È stata per me l’occasione di rivivere un analogo dramma accaduto tanti anni fa, quando una persona a me cara ha compiuto lo stesso gesto.

Parlarne oggi, mi dà l’occasione di compiere su me stesso, ma spero che sia utile per tutti, il tentativo di rompere un tabù, perché in genere nella nostra società, che riteniamo così evoluta e così civile, evitiamo sempre l’argomento della morte nelle diverse sembianze in cui ci si mostra.  

Dobbiamo tutti interrogarci quando accade una disgrazia del genere, perché non si tratta di una vicenda individuale e anche se lo fosse, andrebbe inquadrata in un contesto di riferimento capace di darne una spiegazione di carattere sociologico, così come ampiamente dimostrato da Émile Durkheim, più di un secolo fa, utilizzando i dati statistici dell’intera Europa.

Il suicidio è il sintomo di un malessere sociale e non individuale e chi compie un simile gesto, silenziosamente e per motivi che non sono conosciuti, anzi, prescindendo dai motivi, sicuramente è deciso ad astenersi dalla vita.

Secondo, Durkheim le ragioni del suicidio sono variabili in funzione di tre tipi di integrazione di base:

- Il suicidio varia in senso inverso con il grado di integrazione religiosa. 

- Il suicidio varia in senso inverso con il grado di integrazione familiare. 

- Il suicidio varia in senso inverso con il grado di integrazione politico/sociale.

Da ciò, Durkheim ne fa discendere quattro principali tipi di suicidio:

- Il suicidio egoistico, è conseguenza del fatto che l'individuo è troppo poco integrato nella società. L'integrazione troppo bassa nelle comunità sociali fa sì che le persone perdano il loro sé sociale e la vitalità dell'esistenza. Il senso di estraneità prevale.

- Il suicidio altruistico, è l'opposto del suicidio egoistico e deriva dal fatto che le persone sono troppo fortemente integrate nelle comunità sociali. Il suicidio altruistico è molto insolito nelle culture moderne ma era più comune nelle società primitive. Cosi, giusto per introdurre una distinzione, la malinconia dell'egoista è composta da sonnolenza, vacuità e stanchezza ed esprime la fine delle attività, la malinconia dell'altruismo emerge dalla speranza e dalla certezza che la propria fine ha uno scopo per il bene di qualcun altro.

- Il suicidio anomico, assomiglia al suicidio egoistico ma è causato dal fatto che le persone sono meno socialmente integrate. Avviene anche perché l'individuo è poco integrato nella comunità. Quando vive un’esistenza inquieta che produce un vuoto interno. Quando non si vede speranza nel futuro e la vita diventa pesante perché non si è soddisfatti del proprio passato. 

- Il suicidio fatalistico, è l'opposto del suicidio anomico. È compiuto da persone strettamente integrate: il futuro è controllato e le passioni represse dalla disciplina oppressiva. Ciò accade in società oppressive e le persone preferiscono morire piuttosto che vivere in esse. Questo è un motivo più raro dei precedenti per cui la gente si toglie la vita, ma può verificarsi, per esempio, in prigione o in un contesto militare.

Sebbene Durkheim individui queste quattro tipologie di suicidio, è possibile che più di una di esse, in combinazione, determini un caso concreto.

Ecco perché, oggi più che mai, è necessaria l’attenzione della comunità verso tutti i suoi componenti, come forma di autodifesa sociale, ma anche come forma di amore verso il proprio prossimo, così come tanti, nel corso dei secoli, hanno cercato di insegnarci a fare.  

Giuseppe Giraldi

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