Il rinascimento italiano, non è stato vissuto dalla Calabria con la stessa intensità della Toscana, di Roma o di Napoli, autentiche capitali europee di un periodo che, seppure sempre interessato da guerre che i contendenti venivamo a combattere in Italia, fu prolifico per l’avvento di una cultura della bellezza che interessò tutte le discipline. Letterati, poeti, architetti, pittori, scultori, inventori, navigatori ed esploratori, la genialità italiana si affermò nel mondo come modello di sviluppo e crescita economica.
La Calabria fu lambita marginalmente da questo fervore dell’intrepida intrapresa, ma anche qui da noi arrivarono gli effetti della grande mobilitazione di forze economiche e di intelligenze che non si ponevano limiti, e che, in quel tempo, laddove potevano operare, lasciavano impronte di progresso e di cultura.
Qui da noi, in Calabria ed in particolare a Rende, amalfitani, fiorentini e pisani introdussero la coltivazione intensiva del baco da seta, perché poteva essere lavorato dalle singole famiglie e necessitava solo delle foglie di gelso come alimento dei filugelli. La produzione e il commercio della seta divenne la prevalente attività economica della Calabria del rinascimento, alleviando e non poco, le precarie condizioni economiche di un popolo sfruttato e soggiogato.
Ed oggi?
Oggi stiamo vivendo una rivoluzione tecnologica paragonabile solo all’avvento della rivoluzione industriale.
E questa volta, seppure come calabresi non ne siamo i protagonisti, ne stiamo fruendo gli effetti globalizzanti che ci accomunano allo stesso destino del resto del mondo. Sicuramente in termini di ritorni economici anche stavolta ne avremo benefici marginali, ma comunque potremo viverne gli stessi vantaggi in termini di comunicazione individuale e globale. Questo può darci una consapevolezza che può aiutarci a trovare ciò che ci manca per crescere e diventare anche noi un’economia adulta:
Forza, Ardire e amore per la Bellezza!
Giuseppe Giraldi