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A cura di Giuseppe Giraldi

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ANCHE I CIECHI POTRANNO VEDERE, FORSE.

Posted On Lunedì, 22 Luglio 2019 09:45

Ho un fratello più giovane di me di 3 anni, sordomuto dalla nascita, compagno di giochi della mia infanzia, che è cresciuto insieme a me e del quale mi occupo da sempre, sin da quando io, poco più grande di lui, lo accompagnavo a Milano, ad una scuola per sordomuti, dove ha conseguito la licenza media.  

 

Poi, cresciuto, ha lavorato all’ANAS come dattilografo, fino a quando circa 10 anni fa non è stato più in grado di lavorare e di muoversi autonomamente perché ha perduto la vista.  Adesso ha 64 anni ed è sordo-cieco.

Una condizione terribile.

A volte, provo a chiudere gli occhi e far finta di non vedere e non sentire. Provate anche voi a simulare di non vedere e non sentire.  All’inizio, immersi nel buio e nel silenzio, soli, soltanto in compagnia dei propri pensieri e dei propri ricordi, si avverte una sensazione di benessere; dopo dieci minuti, io incomincio a pensare che se il resto dei miei giorni lo dovessi passare in quel modo, meglio sarebbe morire subito.

Mio fratello per tutta la sua vita ha vissuto nel silenzio, senza farne un dramma, perché si è adattato senza difficoltà a comunicare a gesti con tutti; ma oggi le cose si sono complicate; oggi la sua esistenza è confinata interamente nella sua testa, dove le immagini sono solo quelle dei ricordi e il contatto con la realtà che ti circonda è fatta solo di sensazioni tattili. Sono queste ultime che ci danno la possibilità di comunicare attraverso la lingua dei segni che gli faccio tra le mani, ma non siamo in tanti a saper comunicare con lui in questo modo ed è per questo che al buio e al silenzio si è sommata la solitudine.

È forte mio fratello, molto forte, ha una forza d’animo e un attaccamento alla vita che noi persone “normali” (si, lo scrivo tra virgolette) ce la sogniamo.

Oggi arriva dall’America una notizia che accolgo con grande speranza, perché si apre uno spiraglio per chi non vede e non sente e il fatto di non sentire dovrebbe costituire una priorità per essere sottoposti a questo tipo di intervento.  

Si tratta di una innovazione che utilizza un impianto per il ripristino parziale della vista, reso possibile, usando una videocamera attaccata a degli occhiali, che ha inviato luci agli impianti degli elettrodi nella corteccia visiva del cervello.

Riporto la notizia:

Il professore all’Università College di Londra e il chirurgo Optegra Eye Hospital, Alex Shortt, hanno affermato che questa è stata una scoperta significativa degli specialisti del Baylor Medical College in Texas e dell’Università della California a Los Angeles. “In precedenza tutti i tentativi di creare un “occhio bionico” si concentravano sull’impianto nell’occhio stesso, richiedendo di possedere un nervo ottico funzionante. Evitando completamente gli occhi, si apre il potenziale a molte, molte più persone. Questo è un cambio di paradigma per trattare le persone con completa cecità. È un vero messaggio di speranza. La tecnologia non è stata ancora testata su persone che sono nate cieche.”

I ricercatori hanno chiesto ai partecipanti, che erano rimasti completamente ciechi per anni, di guardare uno schermo di un computer e di identificare un quadrato bianco che appariva casualmente in un punto del monitor. La maggior parte delle volte, i partecipanti sono stati in grado di identificare il quadrato.

Paul Phillip, uno dei partecipanti, che è stato cieco per quasi un decennio, ha detto che quando va in giro con sua moglie, è in grado di vedere dove l’erba finisce e inizia il pavimento di cemento. Ha detto che è stato anche in grado di vedere dove si trova il suo divano di casa.  “È davvero incredibile poter vedere qualcosa anche se per ora sono solo dei punti luce.”

Dnaiel Yoshor, il capo dello studio e neurochirurgo, ha affermato che “è ancora lontano da quello che speriamo di ottenere. È un momento emozionante nelle neuroscienze e nelle neurotecnologie, e sento che nel corso della mia vita possiamo restituire la vista funzionale ai non vedenti”.

Spero tanto che questa sia una notizia vera, perché è proprio il caso nostro, infatti il nervo ottico di mio fratelo è inutilizzabile.

Però, prima di dire qualcosa a mio fratello, mi accerterò personalmente della veridicità della notizia, perché nelle sue condizioni non si può aggiungere al silenzio, al buio e alla solitudine, anche la delusione.

Professor Yoshor, faccia presto; siamo sessantenni e la vita è breve.

Giuseppe Giraldi

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