E' doveroso premettere che il problema dello spopolamento dei borghi della nostra Regione é un problema di grosse proporzioni e di non immediata e né facile soluzione; tuttavia, credo che riproporre ad inizio sindacatura il tema della rivitalizzazione di Rende Paese non sia utopico, bensì di forte attualità. Molte università in Italia e non solo, tengono corsi in sedi distaccate, soprattutto se tale soluzione logistica porta un arricchimento della didattica.
Ecco quindi che si impone con immediatezza l’esigenza di istituire forme di collaborazione tra la nostra prestigiosa università e l’amministrazione comunale di Rende. Dare risposte sicuramente non è semplice, ma non è impossibile. Ad esempio, un corso di conservazione dei Beni Culturali non sarebbe didatticamente più valido per gli studenti se invece di vedere sui libri o su supporto multimediale il bene da studiare ne avessero a disposizione uno dal vero?
Oppure, non sarebbe meglio se in un corso di Storia dell'Architettura lo studente potesse avere sotto gli occhi una delle nostre tante belle e antiche chiese, o un bel palazzo, o il nostro Castello normanno? E ancora, in un corso sul recupero strutturale dei beni tutelati non sarebbe forse eccezionale poter avere a disposizione della didattica un immobile in pietra e malta? La risposta alle domande credo sia ovvia... anche se, per essere intellettualmente onesti, non sono cose che si organizzano dall'oggi al domani, ma comunque, con tenacia e pazienza, potrebbero diventare realtà.
Si potrebbe procedere per fasi sequenziali e si potrebbe partire con un paio di corsi da ospitare nelle sale conferenze dei due musei presenti nel Centro Storico, per avere una cinquantina di studenti, mattina e pomeriggio, dal lunedì al venerdì. Sicuramente sarebbero ospiti ben accetti nel Centro Storico e sarebbe una bella iniezione di vitalità, perché così, a differenza di eventi singoli, si creerebbe una quotidianità che è ciò che ci vorrebbe per far rinascere un tessuto commerciale e abitativo.
Poi, in una fase successiva, per il fine di cui sopra, si potranno individuare delle strutture specifiche, attraverso il recupero di immobili pubblici e privati, che ad oggi sono inutilizzati. Queste brevi considerazioni non hanno la pretesa di essere esaustive e risolutive, ma vogliono tentare di aprire un confronto su un tema sta a cuore a tanti cittadini di Rende, consapevoli che la perseveranza vince.
di Andrea Muoio, ingegnere, libero professionista