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Pierpaolo Bilotta, economista giuslavorista: "Riflessioni di ritorno"

Posted On Mercoledì, 26 Giugno 2019 09:13
Pierpaolo Bilotta Pierpaolo Bilotta

Reduce da un “weekend” al Mi.Co. di Milano ricco di approfondimenti giuslavoristici e di politica economica (Di Maio assente, hanno raccolto tutto Salvini e la Meloni), rilassato dal frusciante sottofondo dell’aereo che mi sta riportando a casa, rifletto sui temi del momento. Il viaggio intanto: costanti ritardi dei vettori che operano su Lamezia, questa volta per un “Bird Strike”. Ossia i gabbiani, attratti dai nostri magnifici rifiuti incolti, incolpevoli di finire fra le pale dei reattori. Nonostante le promesse da primo insediamento, in Italia proprio non si riesce a capire quali contratti collettivi siano comparativamente rappresentativi.

Un sostanziale rifiuto a contarci e cosi la nostra bella costituzione, all'art 39, rimane l'eterna incompiuta. Nel fiorire del “dumping” contrattuale emerge una nuova idea: il salario minimo garantito. Proposta dai genialacci M5S che giusto un anno addietro promisero la conta dei contratti (ma Di Maio non ha avuto modo di farsi riascoltare..) 9 euro ora, costo per le imprese 6 barra 7 miliardi a carico delle micro realtà, prevalentemente, quindi il tessuto produttivo fragilissimo del mezzogiorno ne risulta il più danneggiato.

Leggo, fresco fresco, il Comunicato stampa Agenzia Entrate del 21 giugno 2019, con il quale Il MEF recepisce che la regione Calabria non ha raggiunto gli obiettivi previsti dal piano di rientro dal deficit sanitario. Ne consegue aumento IRAP già con gli acconti 2019 di 0,15% (imprese) e addizionale regionale Irpef di 0,3% (tutti i cittadini). La nostra più alta Irap d'Italia (4,82%) sarà ancora più pesante. Al danno la beffa, mentre i disservizi sanitari sono sbalorditivi. Da noi ormai vale la regola, meno servizi - più paghi.

Un particolare ringraziamento agli amministratori regionali che, pare siano stati assai solerti a legiferare nuovi vitalizi. Ma il quadro si arricchisce a livello nazionale con la tempesta perfetta per le imprese: 

* ISA (sostituti degli studi di settore) come si applicano? Resi disponibili pochi giorni addietro e per i quali i termini di pagamento delle imposte pare arriveranno al 30 settembre addirittura.
* Fatturazione elettronica: nuove regole dal primo luglio, ancora tanti i dubbi sebbene emerga la circolare recente di ADE.
* Corrispettivi elettronici dal primo luglio, obbligo sostituzione dei registratori a fronte di un misero rimborso, necessità di collegamenti Internet, seppur le nostre infrastrutture siano assai scadenti in molti paesi dell'entroterra.
* Il decreto crescita che ancora non partorisce, strapieno di tanta roba che nel sentito dire ingessa l'operatività del paese.

Penso sia uno dei momenti più confusi e peggio amministrati della storia della Repubblica, ciò che tiene a debita distanza chiunque abbia bisogno di certezze e continuità, le imprese in primis. Infine mi chiedo come si possa fare impresa, al Sud in particolar modo. E' lecito attendersi una forte opposizione dai rappresentanti di chi non governa? Chi dovrebbe farlo ha coscienza di quanto sopra evidenziato? Intanto l'Istat, ed il fenomeno demografico che ne deriva, pare ci abbia condannato: sarà forse per questo che a nessuno interessa più il Sud?

Pierpaolo Bilotta, Economista giuslavorista